Federica Vecchiarelli, Riccardo Mastrogiacomo per Musicattiva News (01 Dic 2002)

Diario di una sbandata a Firenze


15 settembre 2002: le bande musicali che capita di incontrare alle manifestazioni, ai sit-in, alle sagre, al matrimonio dei nostri amici eccetera, si trovano a Monaco di Baviera invitate dalla sorella tedesca Express Brass Band, all’ennesima “sbandata” che a partire dalla prima edizione di “Banditi a Milano” del 1999 organizzata dalla Banda degli Ottoni a Scoppio, ha visto bande e formazioni affini riunirsi in varie città italiane ed europee e partire per surreali tour, dalla stagione estiva in Puglia al 1° maggio a Parigi.
Al momento dei saluti la banda dei Fiati Sprecati, coi lucciconi agli occhi, non resiste e lancia l’invito per una sbandata fiorentina in vista del prossimo Forum Sociale Europeo ed annessa manifestazione nazionale contro la guerra.


Parte l’allegra, disordinata ed efficientissima macchina organizzativa dei Fiati Sprecati e dei Terra Terra, suonatori della Val di Sieve, già protagonisti di un primo incontro fiorentino, confluito nelle note del “Campicozzoli Sessions”, primo documento sonoro collettivo delle bande. Tra gli interrogativi: qual è il rapporto tra le bande ed il Forum? Senza troppi problemi si decide di organizzare la manifestazione “Note dal basso” con le caratteristiche di una tipica sbandata, indipendente e tangente al resto delle iniziative, e ben inserita in un movimento politico che racchiude in sé un laboratorio multiculturale aperto.
Si parte il pomeriggio di mercoledì 6 novembre con l’accoglienza dei partecipanti al Forum alla stazione di Santa Maria Novella. Seguono sfilata e concerto a piazza Santa Croce, dove si confondono i canti e i balli delle tradizioni toscane e pugliesi.
Giovedì è in agenda il seminario sulla musica in strada che le bande, solitamente refrattarie alla discussione, hanno deciso di tenere, forse ispirate dal clima del Forum. Subito dopo, l’atrio della facoltà di scienze politiche, che ospitava il seminario, si trasforma in sala da ballo fino a ben oltre l’orario consentito. Si presentano anche i registi di Genova senza risposte, Stefano Lorenzi, Federico Micali e Teresa Paoli, che ci hanno proposto un progetto concordato e prodotto con la Cooperativa “Alfieri Atelier” di Firenze: fare un film sul Social Forum visto con gli occhi delle bande. Saranno sempre con noi, a piedi, in macchina, sui pattini, girando circa cento ore di materiale, discreti, simpatici e affatto invadenti, dei veri “compagni di sbandata”.
La mattina dopo, ci ritroviamo al mercato di Sant’Ambrogio. “Ci sono i commercianti no global? Boh”, “Ah, ecco! Sono arrivati i tedeschi!”. Baci e abbracci, un paio di pezzi e poi finalmente, del tutto improvvisato, parte un corteo musicale pachidermico e giulivo. I bassi della Express sono straordinari come al solito, gli Ottoni emozionanti, la Titubanda impazza più del solito, la Banda Militante della Maremma conosce il repertorio di tutti i movimenti di resistenza dal 1917 ai giorni nostri. Firenze non sembra la città blindata che si diceva, la gente è allegra, un accordo stonato fa imbizzarrire un cavallo della polizia. Ma quello che stona davvero è la blindatura di alcuni negozi, sulle cui barricate qualcuno ha giustamente scritto “chiusura mentale”.


La “Festa della finocchiona”, prodotto genuino della tradizione toscana, fa partire i ballabili: salsa, valzer e tango a ritmo di voraci ganasce... e qualche brivido su per la schiena dei vegetariani. Pausa pranzo e si ricomincia: mercato coperto di S. Lorenzo, stavolta le bande si esibiscono da ferme: un pezzo ciascuno, poi tutti insieme. Ancora una volta l’ospitalità dei commercianti è esemplare così come la risposta dei cittadini. Al tramonto si sfila in mezzo alle bancarelle, in piazza, tra gli sguardi sorpresi e incuriositi dei venditori. Sono tutti un po’ storditi, a Firenze fa sempre più freddo, continua a uscire acqua ed ad entrare vino. Ormai sono arrivati quasi tutti, il concerto serale al Parterre di piazza della Libertà a sostegno di Radio Gap parte sulle note dolci dei suonatori toscani e pugliesi, poi le bande schierate sulle gradinate (“mi raccomando, un pezzo per uno”...): dopo i primi quattro pezzi lo spiazzo si trasforma in arena: lo scopo è strappare l’attenzione del pubblico. Si attinge ai propri repertori fino all’esaurimento: ai pezzi latinoamericani si incrociano le note calde della Tammurriata nera, Rino Gaetano si confonde con il levare dei ritmi balcanici, Otto e mezzo diventa funky dal sapore africano, le bande si trasformano in gruppi rock. Non c’è limite se non la stanchezza, chi balla non ha intenzione di smettere e chi suona accetta la sfida, il tutto in un’atmosfera surreale, tra gente di tutta Europa che parla la sola lingua della musica, del ballo, dello stare bene insieme. Tutto incredibile e fortemente confortante. Questo siamo noi, non come ci dipingono i media e le forze politiche.


Sabato mattina ci si divide per fare visita ai campi Rom della città: qualcuno non ce la fa e rimane a dormire, altri vanno a suonare le ultime note per la “Libreria Seeber” in via Tornabuoni, oltre cent’anni di storia, luogo di incontro dei più illustri letterati del secolo, sacrificata all’alta moda. Intanto nei campi nomadi si festeggia: l’affinità tra le bande e le culture zingare è innegabile e l’incontro è sempre emozionante. Si fa tardi. è stato anticipato l’appuntamento per la manifestazione. Finalmente è arrivata anche la Banda Roncati. Lo spezzone delle bande dietro al Social Forum è solo una piccola zattera nel fiume di gente che invade Firenze: ogni banda tira fuori i suoi pezzi migliori. Alcuni si perdono, altri cambiano banda, certi altri ancora a un certo punto scappano a mangiare.
Sono passate circa sei ore e sette chilometri di persone nell’allegrezza generale: chi si fosse trovato nello spezzone delle bande a questo punto tra un Comandante Che Guevara e un Moliendo Cafè avrebbe notato qualche stranezza negli slogan urlati al megafono: “finocchiona libera, finocchiona rossa”, “la finocchiona non si tocca, la difenderemo con la lotta”. E sulle note del motivetto popolare che scandisce slogan sempre più strampalati si conclude la manifestazione. Che come le altre giornate delle bande al Social Forum è stata attentamente documentata: il film girato dai nostri “compagni di sbandata” è ora in sala di montaggio; probabilmente verrà presentato al Festival di Berlino, e una versione in VHS verrà allegata al Manifesto e a Liberazione oltre ad essere disponibile nelle librerie. I cinefili sono avvisati...
“Ma dove sono i Fiati Sprecati?” “Sono andati a preparare la cena”. Giorni dopo qualcuno farà il resoconto delle quantità di cibo e bevande consumate all’ex Emerson, punto di ritrovo e ristoro, 800 litri di vino, 170 kg di pane ecc. per non parlare dell’olio di gomito.
Pare che qualcuno in questi giorni sia anche riuscito a seguire i lavori del Forum.
Ma perché ci sono le bande alle manifestazioni? La discussione è sempre aperta, anche all’interno delle stesse bande: le risposte sono tante e nessuna... e se non ci fossero?

Federica Vecchiarelli
Riccardo Mastrogiacomo