Angelo Mastrandrea per il Manifesto, (23 Mag 2004)

A Roma cortei musicali anti-Bush. A Genova blitz antimilitarista

Hanno scelto simbolicamente San Lorenzo perché «è un quartiere che ha già sofferto per una guerra», quella contro il nazifascismo. Stavolta, gli americani non hanno le sembianze di morte dei bombardieri alleati liberatori della seconda guerra mondiale bensì quelle decisamente meno truci delle percussioni e strumenti a fiato della Hungry march band, arrivata nella capitale direttamente da New York e dalle marce pacifiste contro la guerra di Bush. E' l'altra America che disprezza il proprio presidente e invita a considerarlo ospite sgradito il prossimo 4 giugno, quando sarà in Italia per festeggiare con l'amico Berlusconi il sessantesimo anniversario della liberazione. Con loro, bande di strada da tutto il mondo, un po' anarchiche un po' comuniste un po' no global un po' ecologiste «contro la civiltà del petrolio», da venerdì sera riunite per una delle loro periodiche «sbandate». Si chiamano Fanfare Pustule e Fanfarniente e vengono dalla Francia, Fanfare du Chateau da Ginevra, Express Brass band da Monaco, ma anche Banda Roncati, Banda degli ottoni a scoppio, Fiati sprecati, Stradabanda, Titubanda, Malamurga e Brass mati orchestra. Prima hanno suonato fino all'alba nel centro sociale ex Snia, proprio dove fino a qualche istante prima si era riunito il movimento romano che si appresta a contestare la visita di Bush. Ieri mattina, invece, hanno messo a soqquadro il quartiere con due cortei musicali che hanno spinto persino le suore di un convento a spalancare le finestre e applaudire convinte al passaggio. Un assaggio di quel che sarà il 4 giugno, quando «anche le periferie di Roma saranno investite dal rifiuto di Bush», dice Roberto, musicista della Titubanda, che ha organizzato questa «sbandata» pacifista con l'aiuto della provincia di Roma, del municipio, del locale social forum e di alcuni centri sociali. «Un esempio di collaborazione tra istituzioni e movimenti», per il consigliere provinciale ed ex portavoce del social forum romano Nando Simeone del Prc. Più che al corteo previsto per il pomeriggio del 4, infatti, l'attenzione dei movimenti è rivolta all'organizzazione di azioni di disturbo alla parata militare del 2 e alla visita di Bush, con il meccanismo, inaugurato a Seattle nel `99, dei gruppi di affinità. Per cui quella che si va configurando è un tipo di mobilitazione dai caratteri più simili a quelli del movimento no global pre-Genova, o come al G8 di Evian dello scorso anno.

Nel frattempo, si moltiplicano le iniziative pacifiste in tutta Italia. Ieri mattina a Genova una ventina di attivisti di Pax Christi, comunità di San Benedetto al Porto, Forum sociale genovese e di Valpolecera e della Rete contro il G8 hanno fatto irruzione in una mostra di aerei militari all'interno dell'aeroporto di Genova, patrocinata da regione (di centrodestra) e comune (di centrosinistra) in concomitanza con la festa a Savona delle Frecce tricolori. I manifestanti, che contestavano l'utilizzo per la mostra di fondi per Genova capitale della cultura 2004, hanno attaccato due bandiere arcobaleno sul muso e su una mitragliatrice di un elicottero Mangusta, e diffuso volantini con su scritto «noi non voliamo la guerra» e con la spiegazione di quanti bambini si potrebbero salvare dall'aids depennando dalle spese militari ad esempio un solo bombardiere Stealth, quantificate in 340 mila euro. Poi si sono stesi a terra facendosi portare via di peso dalla polizia. «Mentre l'Italia è in guerra e la maggioranza dell'opinione pubblica chiede il ritiro immediato delle truppe, il governo moltiplica le parate e le mostre d'armi», dice Vittorio Agnoletto, tra i partecipanti all'azione.