(26 Mar 2007)



RULLO DI TAMBURI, SQUILLI DI TROMBE: È IL 25° CARNEVALE DI SCAMPÌA!
Dal giornale di Scampia "Fuga di Notizie", Marzo 2007, pagg. 1/10

Ci sono voluti 25 anni, ma alla fine si è avverato il sogno di Felice di avere una Banda al corteo di Carnevale! Più di una banda, anzi! Grazie al gemellaggio sorto quest’anno con il 9° Circo Prenestino, il carnevale del quartiere Pigneto/Prenestino di Roma promosso dal CSOA Ex Snia Viscosa, sono arrivati in pullman da Roma la Titubanda, la Malamurga e i ragazzi del centro sociale romano per unirsi al nostro corteo.

E così il corteo di quest’anno è stato davvero memorabile, ricco di musica e colori, degno di un 25° anniversario di queste domeniche di carnevale in cui sfiliamo per le strade del quartiere, riappropriandocene, con le maschere costruite in un mese di laboratori presso il GRIDAS e presso i numerosi gruppi che ormai sono partner fissi e attivi di quella che ormai, com’era nei migliori intenti iniziali, è davvero diventata una tradizione per il nostro quartiere. Non possiamo che dirci soddisfatti.

Tema di quest’anno era «FILO DIRe/iTTO ovvero CHI CONTROLLA CHI?» con allusione alle mille intercettazioni che hanno tenuto banco in questi mesi, facendo emergere maxitruffe-maxiscandali ma anche, più in generale, alla regia generale che, dall’alto, sembra controllare e muovere tutto e tutti imponendo modelli di consumo, di vita e di comportamento omologati. Ecco allora che il carro dei “fili negativi” era costituito da un grande telefono, sovrastato da due parabole con occhio e da due ripetitori, cui erano collegati con dei fili tanti cellulari con i display caratterizzati dai vari “filoni” controllati (guerre, calcio, pornografia, la munnezza, spionaggi elettorali e industriali, migrazioni, ma anche un cappio per tutti gli omicidi più o meno legalizzati e il filo di Welby: la vita controllata da chi non ne vive in prima persona le conseguenze).

Alla logica dell’imposizione dall’alto si opponeva, nel carro dei “fili positivi”, un grosso gomitolo con tanto di ferri e una maglia in lavorazione: i fili colorati che fanno rete, legami, cooperazione tra chi reagisce e vuole decidere con la propria testa partecipando attivamente alla vita sociale. E allora ecco, a reggere il gomitolo, le tante realtà organizzate: il movimento NoTAV, il movimento No dal Molin contro la nuova base americana a Vicenza, il “popolo della pace”, i comitati civici che promuovono la proposta di legge di iniziativa popolare per la ripubblicizzazione dell’acqua, i disoccupati organizzati, il commercio equo e solidale, Banca Etica, le cooperative sociali.

Data l’emergenza del momento, ha sfilato in corteo quest’anno, anche la “Macchina della munnezza”: un cassonetto double face che mostrava la situazione com’è e come vorremmo che fosse: da un lato munnezza indifferenziata straripante, la dannosa logica dell’usa e getta e il ciclo continuo dei sacchetti che, opportunamente lanciati nel cassonetto, ri-uscivano da sotto; dall’altro lato la raccolta differenziata effettiva, che auspichiamo, e un ambiente sano e pulito rappresentato da un fiore e da una verosimile ape, a testimoniare che il fiore non è OGM (pare che le api snobbino, saggiamente, le coltivazioni OGM).

Visibilissimo sin da lontano il mega-Megafono del gruppo “Chi rom e…chi no” che, con gli scout, hanno approntato un laboratorio con oltre 60 ragazzini del quartiere (rom e non) per costruirlo e per costellarlo di messaggi positivi e negativi: le voci e le cose buone che spazzano via le malvagità.

Patrono del corteo, anche quest’anno, l’ormai famoso San Ghetto Martire - santo protettore delle periferie, finalmente e degnamente accompagnato dalla banda d’ottoni! E ancora, in corteo, individui in tuta integrale a distribuire a tutti “polonio radioattivo”; la cabina telefonica londinese usata da Scaramella per telefonare in Italia; gli strumenti di controllo della Ludoteca; i panni stesi, gli occhi, i cellulari e i sacchetti delle scuole elementari; gli striscioni e gli ombrelli anti-camorra; il totem dell’educativa territoriale, ecc. ecc.

Al seguito delle maschere, sulle note delle nuove parodie del Maestro Gianni Tarricone, degli ottoni della Titubanda e dei tamburi della Malamurga, hanno sfilato in corteo con il GRIDAS, il circolo Legambiente “la Gru”, il gruppo “Chi rom e…chi no”, il Gruppo Scout AGESCI Napoli 14, alcune classi del V e X Circolo, la Ludoteca “Vulimme pazzia’” di Secondigliano, una delegazione della scuola media “Michelangelo” di Bagnoli, le “sentinelle del territorio” del Liceo Scientifico “Brunelleschi” di Afragola, una rappresentanza dei Centri di Cultura Popolare (CCP) del Parco Verde di Caivano e dell’area "Mattoni" di Afragola, il comitato Vele di Scampìa, i Finti-illimani, e tanti altri nel vastissimo e variegato pubblico che, nel gran finale, ha assistito al consueto falò dei simboli negativi e al trionfo di quelli positivi.

A proposito! Anche quest’anno non ha piovuto: non solo il 18 febbraio (il tempo ha retto giusto fino alla fine del corteo), ma nemmeno l’11 pomeriggio, così i romani hanno potuto anticipare di una settimana il 9° Circo Prenestino per venire al Carnevale di Scampìa.

Martina Pignataro