(28 Gen 2006)

La banda partecipa al corteo parade di sabato 28 gennaio pomeriggio.



















Appuntamento banditi ore 15,30 a Piazza Capecelatro (Zona Primavalle: Metro A Battistini + autobus)
Partecipazione - Spazi pubblici e sociali - Mai più manicomio

Per l’uso pubblico sociale e culturale del S.Maria della Pietà


La battaglia per l’uso pubblico sociale e culturale dell’Ex Manicomio
di Roma parla alla citta' ed intreccia vicende e questioni che
riguardano tutti i quartieri di Roma.

La Partecipazione, quel metodo di cui molti parlano e che significa
decidere “dal basso” far emergere l’impegno e le intelligenze creative
che si muovono e progettano il territorio.

Sul S.Maria della Pietà, così come sulle vicende urbanistiche e
sociali della città queste energie vengono compresse e svilite spesso
in nome di interessi altri, economici o politici. Così si riduce la
voglia di discutere ed immaginare. Dal Chiapas ad alcune esperienze
avanzate di costruzione di reti partecipative, dalle vertenze che
rimettono in campo ed in gioco le comunità locali, da quelle rare
esperienze istituzionali che esprimono capacità di relazione con esse
si può ripartire per un’idea nuova di democrazia. Il nuovo Piano
Regolatore di Roma è stato e sarà un terreno in cui si confronterà la
nostra idea di partecipazione e di pianificazione della città con gli
interessi e le culture mercantili e globali. La tutela del patrimonio
ambientale e l’attenzione alle dinamiche sociali sono i contenuti di
questo percorso. Al S.Maria della Pietà, questo significa difendere la
conquista di una Centralità Urbana senza Cemento. Un simbolo che parla
alla città perché le mobilitazioni e le lotte hanno preteso ed ottenuto
che il valore dei luoghi sia relativo al loso significato storico e
alla loro rilevanza ambientale, culturale e sociale e non solo alle
potenzialità economiche e speculative che essi possono rappresentare.

La nostra battaglia parla di difesa e promozione di spazi pubblici e
sociali, della valorizzazione delle ipotesi di autogestione, della
contrapposizione al processo di privatizzazione e di riduzione dello
stato sociale e dell’accesso ai diritti.

La difesa degli Ostelli della Gioventù smantellati da Storace, la
battaglia per la fruizione del parco e dei padiglioni del S.Maria della
Pietà, l’opposizione a modelli invasivi di strutture universitarie
dalle dimensioni insopportabili e senza senso e progetto, fanno
riferimento ad un’idea di riconquista della dimensione pubblica dei
luoghi. Oggi la Ex Lavanderia si propone come spazio pubblico culturale
poiché anche la fruizione e la produzione culturale possano
rivendicarsi come diritti.


La difesa della Legge Basaglia, tanto più a fronte della Proposta
Burani Procaccini che, di fatto, propone la riapertura dei manicomi, è
una battaglia materiale e simbolica insieme. Il disagio psichico è da
sempre il terreno su cui si misurano le politiche sociali. 27 anni fa,
la 180 rappresentò un atto rivoluzionario. I manicomi non furono
riformati, furono “distrutti” e si iniziò un cammino lungo e doloroso
di liberazione per migliaia di persone condannate alla malattia, alla
prigionia e all’esclusione.

Oggi, quel cammino è ostacolato dai tagli economici, dal risorgere di
mille esempi di nuovi manicomi soprattutto laddove si è scelta la via
della privatizzazione dei servizi.

Difendere chi oggi soffre di disagio psichico significa difendere un
anello debole, forse il più debole della catena delle tutele sociali.

Per noi, tentare di impedire la nuova concentrazione di disagio all’
interno dell’ex Manicomio di Roma ha significato una grande battaglia
culturale, perché la città non respingesse nuovamente la diversità e
perché questa non fosse la rivincità simbolica di coloro che, per
interesse o per ideologia vorrebbero riaprire i manicomi.