Marcello Jatosti (08 Giu 2006)



Florilegio di luoghi, personaggi, momenti memorabili
della spedizione "Extreme" al Finisterre Bretone


LA TOMBA DI JIM

Kata ton daimona eaytoy, ovvero "Fedele al suo destino".
Misteriosa iscrizione su cui s'interroga la prima avanguardia titubantica, che sbarcata in una grigia domenica mattina in quel del XX arrondissement, non resiste alla tentazione di una visita al monumental cimiterio del Père Lachaise. Cola' riposano le mitiche e molto visitate spoglie di James Douglas Morrison. Cola', com'e' giusto che sia, si bruciano ritualmente le essenze aromatiche che inebriano gli animi.
A onor di cronaca, questo bel camposanto ospita anche le tombe di Chopin, Rossini, Bellini, Poulenc, Edith Piaf e Michel Petrucciani (solo per restare fra i musici).

LA CASETTA DEI FILS DE TEUHPU
Che onore, gioia e privilegio per otto fortunati titubanti trovarsi ospiti nientepopodimeno che da loro, i mitici Fils de Teuhpu, i Figli di Gnottami, potrei tradurre a braccio. Roba da raccontare ai nipotini, aver toccato con mano questi straordinari scatenati funambolici impareggiabili funkabestiali personaggi da leggenda. Una vecchia casetta di campagna, assediata dal cemento della banlieue, periferia proletaria di cui i nostri sono orgogliosi figli (oltre che di gnottami). E' li' che hanno una casettina in concessione municipale, con tanto di orto di legumi, odori e aromi vari, laboratorio di ottoni a pedale, guazzabuglio scoppiettante di follia, garage bricolage sala prove e tanti tanti letti per accogliere sempre e comunque amici gruppi bande in trasferta parigina. Così divini e così umani. Indimenticabili. Da riabbracciare assolutamente... a Roma!



I GABINETTI DELLA METROPOLITANA
Non e' leggenda, ne' una novella di Dumas, padre o figlio che sia. Ma e' proprio nelle ritirate della metropolitana che passano un brutto quarto d'ora due sfortunati titubandieri, prigionieri dei famosi oscuri insidiosi bassifondi parigini.


HAVANA SAX
Riferiscono i critici che piu' del Comelade, piu' del Bregovic, piu' della Municipal de Santiago pote' questo quartetto di sassofoni cubani che ha suscitato l'entusiasmo unanime dei fans al concerto del Teatro Quartz di Brest.

RIGURGITI E SOMMOVIMENTI
Si comincia col traghetto Brest-Ouessant, dove l'onda imbroglia stomaci e cervelli e sull'onda di una ballata ben poco marinara, anzi presa paro paro dal Kusturica di Arizona Dream, s'intona il nauseabondo canto delle sirene dei nostri sconci marinai della maranella: "Annamo tutti a vomita', vomita', vomita'..."
Il leit motiv che fara' da puntuale contrappunto a trasferte in furgone, costipazioni alimentari, eccessi alcolici e sobbalzi pullmanizi, per culminare col fatale sacchetto trasparente del Saponaro colmo dei resti di un'ultima colazione a base di...? Kasher non era di sicuro.

LE BOEUF AVEC LES MAKAKS

Ovvero una jam session partita il giovedì sera e tuttora in corso, almeno nelle mie orecchie e in quelle di Nena, col gruppetto piu' selvaggio, arboricolo e tribale del festival, i Macachi meccanici appunto, nostri sfegatati fans e sostenitori fin dalla prima ora. La scimmiotteria e' reciproca.


UN FARO NELLA NEBBIA
Solo lui, l'eroe dello stradario inmutandato, puo' spingerci fino a simili estremi, per realizzare nel cuore di una notte di brughiere senza nome un'immagine che restera' per sempre impressa nei cuori e soprattutto nella capace scheda della sua macchinetta digitale.








BATTAGLIA AEREA SUI CIELI DI BREST
Non sarebbe ahime' la prima (visto come han ridotto questa povera citta' prima i tedeschi e poi gli angloamericani), ma questa e' una battaglia tutta da godere, goliardica schermaglia d'amore scatenata dai nostri cugini Kadors di Montpellier che rinfocolano le passioni in vista del loro prossimo transito romano.










Nulla pote' l'arma segreta (una bomba al pastis da quattro megatoni). Finiranno per stenderci con l'attacco batteriologico: corpo a corpo con tanto di succhiotto e qualche lingua in bocca di soverchio!















LE ARIE COMUNI
Ovvero il miracolo di suonare un paio di pezzi, forse tre, in formazione da piu' di centoventi. E con tutti i bemolli che ci si poteva buttare dentro. Eccoci assiepati sulla scalinata del Municipio, con la brutta piazza post-bellica e la fontana a ugelli intermittenti che suscita le smanie delle kadorettes in tenuta ancien régime. Beate fra gli augelli!














IL CABARET VAUBAN
O Cabaret, O Cabaret, O Cabaret!
Scomparse non si sa come felpe e jeans, riusciamo a sfoderare un minimo di charme e scintillanza per quest'esibizione sotto le luci della ribalta, insieme a tutto il pathos che pur senza il nostro Marione nazionale ci infonde il canto dell'Amara terra.














MOLLUSCHI E CROSTACEI

Centrato l'obiettivo politico del viaggio. Anzi, ampiamente superato. Se i pantagruelici festini del mercoledì ammassano piatti rigurgitanti molluschi, crostacei, gasteropodi e celenterati, l'ostrica ouessantina colpisce nel segno e va giu' bene col bianco fresco, ma il canchero dell'ultima sera batte tutti, costringendoci ai balli piu' sfrenati per sgranchirci le gambe e le budella!



































TRENI E TRENINI
Non sazi di stravizi e bagordi, i nostri scatenano la festa sul treno del ritorno, coinvolgendo truppe di giovani viaggiatori anglofoni. Con il trenino bailante che si snoda allegramente per i corridoi del treno in corsa, al ritmo di uno sferragliare praticamente brasiliano (ta-ta-ta', tata-tata'), si entra nella metafisica pura, e il viaggio sfuma via per concludersi con gli addii rituali, in una gare Termini' cosi' grigia e brumosa da sembrare quasi parigina.